Dopo 2 anni 7 mesi e 4 giorni di digiuno, il pluri Campione del Mondo torna alla vittoria nella sua gara di casa precedendo Verstappen e Norris. Male le Ferrari (Sainz 5° e Leclerc 14°), sfortunato il poleman Russell, costretto al ritiro
Meteo variabile, continui colpi di scena e imprevedibilità sono stati i tratti salienti di una gara che ha lasciato gli spettatori incollati agli schermi e che a tutti i suoi attori, in pista, ai box e non, non ha concesso un attimo di requie.
Hamilton torna al successo su questo circuito, in grado di contendere a Monza il titolo di tempio della velocità; è la prima volta dal 2021 e, soprattutto, è la vittoria n. 104!
Successo a metà per la Mercedes che se ha visto il trionfo di Hamilton, ha dovuto registrare la debacle del poleman Russell, ritiratosi per un problema idraulico, una battuta d’arresto che segue la fortunosa vittoria in Austria della scorsa settimana; comunque la squadra della Stella, alla sua seconda vittoria consecutiva, ha evidentemente trovato come ovviare alla precedente mancanza di prestazioni.
Domenica a metà per Verstappen che dopo aver faticato nella prima metà di gara, dove la pioggia intermittente ha avuto il suo peso, ha trovato il ritmo grazie alle gomme hard e ha iniziato a martellare pista e avversari risalendo sino al secondo posto e arrivando a una manciata di metri dal vincitore; due giri in più e avremmo assistito ad un vero e proprio duello rusticano.
Male la McLaren che pur avendo messo in pista un missile che ha permesso a Lando Norris di surclassare le Mercedes nella prima parte di gara, ha commesso diversi errori, il più grave dei quali è stato un pit-stop al momento sbagliato che ha trasformato una vittoria quasi certa in un terzo posto dal sapore amaro.
E la Ferrari? Dire che ha smarrito la retta via significa essere gentili: Leclerc dopo l’errore in Q2 che lo ha escluso dal Q1, in gara ha montato coperture da bagnato a pista ancora asciutta e per la seconda volta consecutiva è rimasto a bocca asciutta mentre Sainz è giunto quinto a 47” da Hamilton: indegno! I sostenitori del Cavallino non meritano tutto questo soprattutto se si considera che i «tecnici» transfughi Ferrari hanno influenzato più che positivamente le squadre che li hanno accolti e valorizzati.
La gara
Pioggia prima della partenza che smette a 20 minuti dal via rimanendo in agguato per tutto il pomeriggio.
Pierre Gasly, rientra ai box subito dopo il giro di formazione e si ritira pur avendo sostituito gran parte della sua power unit.
Lo spegnersi dei semafori vede le prime due posizioni sempre appannaggio di Russell e Hamilton mentre Verstappen supera Norris e prende il 3° posto e Leclerc che dall’undicesimo balza all’8° posto e tallona immediatamente Stroll mentre Hulkenberg, al volante di un’ottima Haas, segue da presso il monegasco.
Norris insegue da vicino Verstappen (1,3 secondi tra i due) ma è a sua volta inseguito da presso da Piastri, suo compagno di squadra mentre Leclerc supera di forza Stroll e si porta in settima posizione alle spalle di Sainz.
Alle 16.27 Norris sale in terza posizione grazie al sorpasso effettuato ai danni di Verstappen che poco dopo viene superato anche dall’altra McLaren di Piastri.
Mentre inizia a piovere Hamilton supera George Russell e va in testa ma i due vanno entrambi lunghi e ne approfitta Norris prima per superare Russel e poi per andare in testa seguito da Piastri: due McLaren al comando mentre Leclerc e Pérez montano le intermedie su una pista sempre più asciutta; una scelta che si dimostrerà fatale tanto che i due – lentissimi – vengono poco dopo doppiati dal gruppo di testa.
Verstappen e Sainz rientrano ai box per montare le Intermedie seguiti da Norris, Hamilton e Russell mentre Verstappen recupera grazie al pit effettuato prima degli altri; intanto Piastri, fatto rientrare ai box con un giro di ritardo da parte del muretto McLaren, precipita nelle retrovie e mentre Sainz è in evidente difficoltà per le gomme, Russell con la Mercedes si ritira mentre rispunta il sole e la pista inizia ad asciugarsi; ne approfittano immediatamente Hamilton e Verstappen che per primi montano le slick, soft per l’inglese e hard per l’olandese, seguiti da Norris e Sainz; Hamilton grazie alla sosta anticipata si riprende la testa della corsa mentre Norris a causa di un pit durato ben 4,5” è 2° seguito da Verstappen, Piastri, Sainz e Hulkenberg.
A 10 giri alla fine 3 sono i piloti che si contendono la vittoria: Hamilton e Norris con le Soft e Verstappen che con le Hard fa segnare il giro veloce avvicinandosi prima a Norris, che supera poco dopo, e poi – a tre giri dalla fine – a Hamilton, che lo precede di soli 3,2”.
Siamo all’ultimo giro: il vantaggio di Hamilton è sceso a 2,5” e Verstappen, pur tirando come un dannato, non riesce a colmare il gap e arriva a una manciata di metri da Lewis.
Le dichiarazioni
Lewis Hamilton (raccolta a caldo dal Corriere della sera): “Non riesco a smettere di piangere, era dal 2021 che non vincevo e ogni giorno mi alzavo e cercavo di combattere e di allenarmi per raggiungere questo obiettivo. Fantastico vincere qui nel mio ultimo Gp di Gran Bretagna con il mio team, sarò per sempre grato alla Mercedes. Grazie a questi fan, non c’è sensazione più grandiosa che vincere qui. Ci sono giorni in cui ho pensato che non sarei tornato a vivere certe sensazioni”.
Toto Wolff sui candidati per il 2025: “Antonelli, Sainz e Verstappen hanno il 33,3% a testa di essere con noi l’anno prossimo. È una situazione che osserviamo. Dobbiamo prendere le migliori decisioni per la squadra e anche per Kimi”.
Alessandro Morini Gallarati ben più di una dichiarazione; si tratta di una serie di considerazioni che partono da lontano e che meritano ogni attenzione. [ Hammer Time: “Archiviata la rabbia a caldo, sono le riflessioni a freddo quel che fa più male per chi, come il sottoscritto, non ha mai negato la propria fede ferrarista.
Nell’articolo delle 17.50 ha preso il sopravvento l’amarezza, la consapevolezza che ancora una volta, quando il gioco si fa duro e ci sarebbe la possibilità di essere finalmente duri e cominciare a giocare, sono gli altri a divertirsi e a insidiare chi pareva inattaccabile. È una Formula 1 bellissima e questo va detto chiaro e tondo: ci sono sei auto a giocarsi pole position e vittorie, ma purtroppo tra quelle sei non se segnala una che sia Rossa. Non una.
Ci si gode la voglia di rivalsa di Lando Norris, il ritorno in prima fila di Sir Lewis Hamilton, la ritrovata velocità straordinaria di un George Russell che sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per lottare per traguardi importanti.
Le difficoltà di Max Verstappen, alle prese con una Red Bull sempre più falcidiata dalle diatribe interne, un Sergio Perez che fatica spesso a entrare in Q2, un Oscar Piastri che piano piano, zitto zitto, le sue occasioni se le guadagna, un Nico Hulkenberg che dimostra costantemente di essere un pilota dalla caratura superiore.
E Ferrari?
Latita, soffre, nonostante il blasone, le ingenti risorse economiche, strutture all’avanguardia non sfruttate.
Se esordisco con “devono saltare delle teste” è perché non mi capacito di come sia possibile che il Cavallino Rampante zoppichi da quasi un ventennio, 2007 escluso.
Poi penso ad Andrea Stella, team principal di una McLaren potenzialmente leader di questo Mondiale.
Ad Aldo Costa, uno degli uomini simbolo della Mercedes trionfante che fu.
A Fernando Alonso, a Sebastian Vettel, a Charles Leclerc, a tutti coloro che si sono immolati per una causa che ha tolto, anzi toglie il senno e il sonno.
A tutti coloro che hanno lasciato Maranello trovando una nuova dimensione fatta di soddisfazioni.
E non capisco, mi arrovello.
Non me lo spiego.
Quella sensazione del “non ci manca niente, ma ci manca tutto” che non se ne va.
Non mi capacito di dove sia il tarlo, chi sia, se sia già stato estirpato, se sia stata già posta oppure no la base per tornare a vincere.
La realtà è che in tanti hanno mangiato sul buon nome di chi questa squadra l’ha resa grande adagiandosi sugli allori, sul “tanto ce la caviamo” tipicamente italiano.
La verità è che esiste un male che va combattuto dall’interno: molto è già stato fatto, ma tanto è ancora da fare.
La strada è tutta in salita, ma la speranza è che Frederic Vasseur, Lewis Hamilton e Charles Leclerc abbiano la forza e le capacità di lottare per riportare la Rossa laddove ha l’obbligo di stare.
Combattere, contro tutto e contro tutti, nel nome di Enzo e nel ricordo del suo capolavoro.
Auguri a voi. E anche a tutti noi”.]
Alcune voci sui movimenti 2025
Mercedes: 3 i candidati per il sedile di Lewis Hamilton: Kimi Antonelli (vincitore della recentissima Sprint Race della Formula 2 a Silverstone), Carlos Sainz e Max Verstappen.
Haas: Ollie Bearman, pilota della Ferrari Driving Academy (nel GP d’Arabia ha corso per la prima volta in Formula 1 – al posto di Sainz arrivando a punti senza nessuna esperienza). Bearman prenderà il posto di Nico Hulkenberg, chiamato in Sauber.
L’ordine di arrivo
- Hamilton (Gbr) Mercedes in 1’22”27509
- Verstappen (Ola) Red Bull a 1”465
- Norris (Gbr) McLaren a 7”547
- Piastri (Aus) McLaren a 12”429
- Sainz (Spa) Ferrari a 47”318
- Hulkenberg (Ger) Haas a 55’722
- Stroll (Can) Aston Martin a 56”559
- Alonso (Spa) Aston Martin a 63”577
- Albon (Tha) William a 68”387
- Tsunoda (Jap) RB a 79”303
- Sargeant (Usa) Williams a 88”960
- Magnussen (Dan) Haas a 90”153
- Ricciardo (Aus) RB a 1 giro
- Leclerc (Mon) Ferrari a 1 giro
- Bottas (Fin) Sauber a 1 giro
- Ocon (Fra) Alpine a 2 giri
- Perez (Mes) Red Bull a 2 giri
- Zhou (Chn) Sauber a 2 giri
Ritirati: Gasly (Alpine) e Russell (Mercedes)
Giro più veloce: Sainz (52°) Ferrari in 1’28”293 (media di 240,195 km/h)