Abbiamo guidato sulle strade della pianura bolognese la V60 T6 con la motorizzazione ibrida plug-in Twin Engine e la XC90 B5 con la nuova motorizzazione mild-hybrid che si identifica con l’inedita sigla «B». Stesso comfort degli analoghi modelli con motorizzazione convenzionale, ma con consumi ed emissioni sensibilmente inferiori
BOLOGNA | Con la V60 D6 Twin Engine del 2012, Volvo è stata la prima Casa al mondo a produrre una motorizzazione ibrida plug-in con un motore diesel, è seguito poi nel 2014 il T8 Twin Engine a benzina per la XC90 con ben 407 cv, ma con soli 49 g/km di emissioni CO2.
Il percorso virtuoso del costruttore svedese per una mobilità eco-sostenibile con l’obiettivo di proporre l’intera gamma delle proprie vetture con una motorizzazione elettrificata entro il 2025, prosegue con il debutto della V60 T6 Twin Engine hybrid plug-in e della top di gamma XC90 con la nuova motorizzazione mild-hybrid abbinata sia ad un motore a benzina da 250 cv o 300 cv, sia ad un motore Diesel da 235 cv.
Nel 2021 arriverà la prima Volvo 100% elettrica con la XC40.
Cercare di capire quale motorizzazione stia sotto il cofano semplicemente leggendo le sigle e i numeri che stanno sul portellone posteriore è molto difficile. Gli unici punti fermi sono la lettera «T» ad indicare una motorizzazione a benzina, la lettera «D» quella diesel ed ora la «B» che identifica le nuove motorizzazioni mild-hybrid. Da ricordare che tutti i motori Volvo a 4 cilindri, sia Diesel che benzina hanno una cilindrata di 2 litri, fanno eccezione il T2 e T3 a benzina con cambio Geartronic della V40 che ha una cilindrata di 1,5 litri e il T5 Twin Engine della XC40 hybrid plug-in che ha 3 cilindri e 1.477 cc da ben 262 cv.
Una tecnica ibrida sofisticata e all’avanguardia
La Volvo V60 T6 Twin Engine hybrid plug-in oggetto di questo «Primo Contatto» dispone di una potenza totale di 340 cv avendo un propulsore 2 litri a benzina da 253 cv che trasferisce la coppia motrice alle ruote anteriori più un motore elettrico sull’asse posteriore che genera una potenza di 65 kW (87cv) e di conseguenza una più sicura trazione integrale AWD.
Purtroppo la posizione del motore elettrico non consente l’alloggiamento della più utile ruota di scorta, bisogna accontentarsi del discutibile kit di gonfiaggio.
La V60 è disponibile anche con la motorizzazione T8 Twin Engine con lo stesso motore 2 litri, ma con una potenza di 303 cv al quale è abbinato quello elettrico da 87 cv per un totale di 390 cv. Il cambio è l’automatico Geartronic a 8 rapporti.
Per un carattere ancora più dinamico, la V60 T8 Twin Engine hybrid plug-in è disponibile anche nella versione Polestar Engineered, un tuning home made che incrementa la potenza del motore a benzina a 318 cv (invariato quello elettrico) per un totale di 405 cv. Stessa velocità massima di 250 km/h, ma 3/10 di secondo in meno per percorrere lo 0-100 km/h. Una vera sportiva con sospensioni ricalibrate, ammortizzatori Öhlins Dual Flow Valve, freni Brembo con pinze a 6 pistoncini e dischi ventilati, sedili di tipo sportivo e specifici badge identificativi.
Mild Hybrid, una novità per Volvo
L’altro modello che abbiamo guidato è la XC90 B5 con la nuova motorizzazione Mild Hybrid che si avvale di un propulsore endotermico a benzina da 250 cv (300 cv per la B6) supportato nelle fasi di maggiore richiesta di potenza, per esempio nei sorpassi o in salita, di un motore elettrico da 10 kW (14 cv) alimentato dall’energia cinetica recuperata nelle fasi di frenata da una sorta di Kers.
Questo sistema chiamato brake-by-wire consente di ridurre di circa il 15% sia il consumo di carburante che le emissioni di CO2 rispetto ad un motore convenzionale di pari potenza. Essendo il Kers posizionato nel vano motore, non porta via spazio sotto il pianale del vano bagagli nel quale c’è spazio per la ruota di scorta.
È doveroso precisare che il sistema Mild Hybrid, disponibile anche per la V/S60, non ha niente a che fare con i sistemi Hybrid o Hybrid plug-in, i quali hanno consumi ed emissioni nettamente inferiori, però ad un costo nettamente superiore. Tanto per fare un paragone, la XC90 nell’allestimento Inscription con motore endotermico a benzina T6 da 310 cv costa 76.450 euro, la Mild Hybrid B6 da 314 cv costa 77.650 euro, mentre la Hybrid plug-in T8 da 390 cv costa 87.550 euro. Tutte hanno il cambio automatico Geartronic e trazione integrale AWD.
Come vanno
Su strada non si notano differenze con gli analoghi modelli endotermici a benzina o Diesel, il comfort, l’ergonomia, le varie modalità alla guida, di navigazione e di infotainment, sono il fiore all’occhiello dei modelli Volvo e sono facilmente selezionabili attraverso lo schermo touch verticale sulla consolle centrale. Soprattutto sulla V60 si apprezza l’accelerazione e la ripresa, sorprendenti per un motore da 2 litri, i suoi 340 cv sono sempre pronti allo scatto e il cambio automatico Geartronic a 8 rapporti si comporta sempre in modo molto fluido. Nonostante le dimensioni (4.761 mm) e il peso (2 t) la stabilità è buona, merito della trazione AWD e degli pneumatici 235/40 montati su cerchi da 19″.
Sorprende il consumo combinato che è inferiore 2 litri/100 km con meno di 50 g/km di emissioni CO2. Inoltre, se serve, si può viaggiare in modalità 100% elettrica per circa 50 km. Poi, per ricaricare le batterie bastano 3 ore da una colonnina da 16A oppure 8 ore dalla presa di casa.
Per chi preferisce una guida sportiva è consigliabile la versione Polestar Engineered che tra l’altro ha cerchi da 21″ con pneumatici Pirelli P Zero 255/40, consuma circa mezzo litro in più di benzina ogni 100 km e circa +10 g/km di CO2, però i suoi 405 cv regalano grandi soddisfazioni.
Più paciosa la XC90 Mild Hybrid, i 250 cv del motore Diesel a volte non bastano per muovere con brio la sua massa di oltre 2 tonnellate, d’altra parte è un SUV senza pretese corsaiole e a parte la novità della motorizzazione, il consumo di carburante è di circa 7 litri/100 km con circa 180 g/km di emissioni CO2, valore ben lontano dai limiti che a breve andranno in vigore. Da ricordare che con questa motorizzazione non si può viaggiare in modalità solo elettrica.
In conclusione
Abbattere le emissioni nocive delle automobili è un obiettivo comune di tutti i costruttori e al momento la motorizzazione ibrida plug-in è quella che maggiormente rientra nei limiti di legge imposti dal 2021 (ndr. inferiori a 95 g/km). Da questo punto di vista Volvo è all’avanguardia proponendo già dal 2020 tutti i modelli con questo tipo di motorizzazione.
Il prezzo di queste versioni è mediamente tra 5/10.000 euro maggiore rispetto all’analogo modello tradizionale, ma è un costo che si va ad ammortizzare in tempi relativamente brevi.
Il prezzo di listino della V60 T6 Twin Engine AWD da 340 cv nell’allestimento Inscription oggetto di questo «Primo Contatto» è di 60.750 euro, mentre l’analogo modello con il motore T6 a benzina da 310 cv costa 55.600 euro.
Tutt’altro discorso per il motore Mild Hybrid a benzina da 250 cv della XC90 B5 che nell’allestimento Inscription costa 74.400 euro, circa 2.000 euro in meno rispetto alla T6 a benzina da 310 cv, ma ha una riduzione del consumo e delle emissioni irrilevante.
[ Paolo Pauletta ]