Frontale aggiornato con gruppi ottici Led, dotazioni di sicurezza ancora più complete, sistemi di infotainment all’avanguardia e nuovi motori. Abbiamo provato due motorizzazioni, il benzina Multiair III a 4 cilindri e, per la prima volta su una Jeep, il 3 cilindri da 1 litro con 120 cavalli. La Renegade sarà disponibile da metà luglio in 4 allestimenti: Sport, Latitude, Limited e Trailhawk
L’appuntamento è nel compound FCA di Balocco dove non è raro vedere le prossime novità del Group ancora abbondantemente camuffate per i test pre-produzione, la pista è a pochi metri, ma stavolta per un Primo Contatto con la nuova Jeep Renegade MY 2019 che abbiamo vista esposta in anteprima al recente Salone del Parco Valentino a Torino, è previsto un percorso più turistico sulle strade del vercellese.
Il debutto della prima serie della Jeep Renegade risale al Salone di Ginevra del 2014 e sebbene il suo nome evochi negli appassionati del Marchio un modello degli anni ’70 con caratteristiche ben diverse (la CJ-5/7 Renegade con il motore V8 da 5 litri), la «piccola» di casa Jeep incontra subito il favore del pubblico, tanto da far conquistare al marchio il record di vendite in Europa con oltre 73.000 unità vendute nel 2017, delle quali 37.600 in Italia.
La leggenda del marchio Jeep, che perdura da oltre 75 anni, è stata senz’altro determinante per decretare il successo anche di questo modello, il primo ad essere stato sviluppato in sinergia tra i progettisti di FCA Group italiani e statunitensi. È anche la prima Jeep ad essere prodotta in Italia, nello stabilimento di Melfi in Basilicata, lo stesso dove viene prodotta la «sorella» Fiat 500X, con la quale condivide tra l’altro lo stesso pianale Small Wide 4×4.
Aspetto
Incrociandola per strada è difficile distinguere questa seconda generazione della Jeep Renegade dal modello precedente. Solo uno sguardo più attento può notare i lievi, ma significativi aggiornamenti che la riguardano, soprattutto nel frontale con un nuovo design dell’iconica griglia a 7 feritoie, simbolo da sempre di tutte le Jeep, la quale come prima ingloba i gruppi ottici rotondi che, a richiesta negli allestimenti Limited e Trailhawk, possono essere di tipo full Led che consentono una visibilità notturna superiore del +50% rispetto ai tradizionali fari alogeni e del +20% rispetto allo Xeno. Di nuovo disegno anche lo scudo paraurti inferiore, con gli spot fendinebbia in posizione più centrale e gli indicatori di direzione di dimensione maggiore.
Nella parte posteriore i gruppi ottici evidenziano un design a «X» come nella Wrangler a conferma della vocazione avventurosa che lega i due modelli. Ampia la scelta per i cerchi proposti con 7 disegni diversi e nelle dimensioni da 16″, 17″, 18″ e, novità per il Model Year 2019, anche da 19″.
Come optional si può scegliere tra 2 tipi di tetto apribile, il classico elettrico con 2 pannelli scorrevoli in vetro, oppure l’esclusivo My Sky con 2 pannelli in materiale leggero, facilmente asportabili e riponibili nel vano bagagli.
Interni
Massima attenzione ai dettagli nell’abitacolo, ancora più funzionale e con altri vani portaoggetti, migliore abitabilità, maggiore scelta per i rivestimenti e avanzati contenuti tecnologici, il tutto perfettamente in linea con il DNA del marchio.
Si nota la nuova consolle centrale con alcuni piccoli vani per riporre piccoli oggetti, nuovi porta lattine (o bottiglie da ½ litro) e dall’allestimento Longitude una ulteriore porta USB per i passeggeri seduti dietro.
Come nei modelli di classe superiore, i clienti della Renegade possono scegliere tra le 4 declinazioni del modello in base alle proprie esigenze, ma anche configurare gli interni tra le varianti di materiale e colore. Oltre alla funzionale selleria Trespass Black, c’è anche la nuova Polar Plunge, anche nella combinazione Sky Grey & Black per l’allestimento Limited.
Il volume interno a disposizione dei passeggeri è rimasto invariato, con una buona abitabilità anche per le persone di alta statura, anche in virtù della regolazione, anche elettrica, dei sedili anteriori e dello spazio per le gambe per chi sta seduto dietro. Ben fruibile lo spazio per i bagagli, incrementabile con l’abbattimento degli schienali posteriori. Sotto il pianale la sempre utile ruota di scorta.
Motori
Considerando la dichiarazione di Sergio Marchionne che preannuncia la cessazione della produzione di vetture Diesel dal 2022 da parte del Gruppo FCA a favore dei motori elettrici, è inevitabile affiancare in alternativa una evoluzione degli attuali motori a benzina, con una ulteriore diminuzione dei consumi e delle emissioni. A conferma di questa tendenza, la Jeep Renegade Model Year 2019 è il primo modello del Gruppo ad essere equipaggiato con i nuovi propulsori a benzina turbo MultiAir III con filtro antiparticolato GPF, che consentono un risparmio del -20% di carburante e rispettano la normativa anti inquinamento Euro6/D.
Si tratta di motori modulari in lega di alluminio sviluppati in collaborazione con la Teksid, azienda del Gruppo FCA, leader mondiale nella produzione di componenti anche in ghisa per motori. Ogni modulo di queste unità di nuova generazione hanno 4 valvole per cilindro e una cilindrata unitaria di 0,33 litri che nella versione a 4 cilindri porta ad una cilindrata di 1.320 cc mentre nel nuovo 3 cilindri corrisponde a 999 cc.
Il motore da 1 litro è il primo 3 cilindri per una Jeep, eroga 120 cavalli con una coppia di 190 Nm, è abbinato ad un cambio manuale a 6 marce e lo troviamo nella Renegade con la sola trazione anteriore, per la quale viene proposto in alternativa il 4 cilindri da 1,3 litri e 150 cavalli con un cambio manuale a 6 rapporti o a doppia frizione DDCT. Per le versione a 4 ruote motrici il più potente 1,3 litri da 180 cavalli e 270 Nm di coppia con cambio automatico a 9 rapporti con convertitore di coppia.
I Diesel ingiustamente demonizzati, il motore diesel MultiJet di seconda generazione con tecnologia Stop&Start rappresenta un’alternativa rispettosa dell’ambiente. Proposto nelle varianti da 1,6 litri da 120 cv e 2 litri da 140 o 170 cavalli, il MultiJet II si avvale del sistema «SCR on filter» che riduce sensibilmente le emissioni dei NOx (ossidi di azoto) e per mezzo dell’iniezione di AdBlue riduce il temuto particolato (PM).
Tecnologia
Se si parla di Jeep è inevitabile menzionare la tecnologia che da oltre 75 anni si ritrova in ogni modello e che ne fa un’icona tra le 4×4. Per ragioni commerciali viene prodotta anche la versione a 2 ruote motrici, ideale per spostarsi in economia e sicurezza su strade asfaltate senza rinunciare al marchio Jeep. Però se si vuole apprezzare il «mito» in ogni condizione di terreno è indispensabile optare per le versioni a 4 ruote motrici, tra le quali la massima espressione off-road è la Trailhawk.
Nelle versioni 4×4 si può contare su 2 sistemi di trazione integrale che assicurano una ottima aderenza in ogni situazione. Si tratta del Jeep Active Drive e del Jeep Active Drive Low con una riduzione del rapporto finale del 20:1, integrati con le 4 impostazioni del Jeep Selec-Terrain integrato con l’Hill-Descent Control: «Auto» che sull’asfalto disconnette l’asse posteriore e la trasforma in una 2 ruote motrici per contenere il consumo; dove servono invece le 4 ruote motrici si può inserire «Snow» per ridurre il sovrasterzo, oppure «Sand» o «Mud» per terreni sabbiosi o fangosi ed evitare inutili slittamenti di potenza. Solo nella Trailhawk abbiamo una ulteriore modalità, «Rock», per massimizzare la trazione su terreni accidentati.
Sicurezza
Come nei modelli più grandi e di alta gamma, anche sulla nuova Renegade sono stati inseriti i più avanzati sistemi di sicurezza per i passeggeri e di assistenza alla guida. Oltre a 6 airbag troviamo il controllo elettronico di stabilità ESC integrato con il sistema elettronico antiribaltamento ERM (Electronic Rollover Mitigation). Inoltre, tutta la gamma Renegade MY 2019 è equipaggiata di serie con il Lane Sense Departure Warning-Plus che, per mezzo del sensore ottico della telecamera, consente di segnalare al guidatore se la vettura esce involontariamente dalla corsia e – per mezzo del Lane Keeping Assist – corregge lo sterzo per riportala nella propria corsia. Inoltre c’è l’Intelligent Speed Assist con il Traffic Sign Reconition che riconosce i segnali stradali, compresi quelli dei limiti di velocità segnalandoli sul cruscotto. Entro l’anno si potrà avere, a richiesta, anche l’aggiornamento del Automatic Park Assist con il Park Sense per poter parcheggiare senza l’intervento da parte del guidatore sia in entrata che in uscita. Di serie sulla versione Limited il sistema di frenata assistita Forward Collision Warning-Plus con Active Emergency Braking, mentre tra gli equipaggiamenti opzionali troviamo l’Adaptive Cruise Control, il Blind-Spot Monitoring e il Rear Cross Path detection.
Su strada
Salire a bordo della nuova Jeep Renegade non procura una grande emozione, nel suo insieme la vettura è praticamente uguale al modello precedente, ma appena spinto il pulsante dell’accensione si sente sotto il cofano che c’è qualcosa di nuovo. Per questo Primo Contatto abbiamo scelto la Renegade nella versione «Limited» con il nuovo motore MultiAir da 1,3 litri e 150 cavalli accoppiato al cambio manuale a 6 rapporti e trazione anteriore. Dopotutto la strada è asfaltata e pianeggiante, perciò non occorre la trazione integrale, la sceglieremo per la versione «Trailhawk» con la quale faremo alcuni passaggi in fuoristrada e dei quali daremo conto a breve.
Usciti dal compound di Balocco abbiamo imboccato una delle strade che collegano i vari Paesi della zona. Lo scarso traffico ci ha permesso di spingere allegramente…, e il nuovo motore a 4 cilindri risponde pronto ad ogni pressione sull’acceleratore, il cambio ha innesti precisi e la coppia di 270 Nm consente di non utilizzarlo troppo, neppure per le riprese con le marce alte. Solo il piacere di una guida sportiva per affrontare curve e controcurve impone una certa manualità, ma la Renegade 2019 risponde sempre in sicurezza, stabile e aderente al terreno.
Rientrati alla base era doveroso provare anche la Renegade con la nuova unità a 3 cilindri da 120 cavalli. Il suono del motore è per certi versi più piacevole, ma per quanto riguarda le prestazioni è inevitabile fare il confronto con il 4 cilindri: i 30 cavalli in meno e la coppia di 190 Nm si sentono fin dalle prime accelerate. I tempi si allungano sebbene il motore vada rapidamente su di giri, a pari velocità il numero dei giri del nuovo 3 cilindri è di circa 250 giri maggiore rispetto al 4 cilindri (3.250 vs 3.000 a 140 km/h). Stabilità e frenata sono le stesse, ma al di là dei valori non ancora dichiarati, sarebbe da verificare la differenza di consumo tra i due propulsori.
[ Paolo Pauletta ]