A Roma scende in pista il prototipo della nuova Safety Car, dotata di una tecnologia che rende possibile la ricarica wireless delle batterie. In un futuro prossimo potrete installare l’Halo nel vostro garage
Si è appena svolto a Roma il primo ePrix italiano nella storia della Formula E, terminato con la vittoria dell’inglese Sam Bird del team DS Virgin Racing. Ma la città eterna è stata anche teatro di prova della nuova Safety Car di casa BMW, la i8. Infatti quella presente all’ePrix romano era un vero e proprio prototipo dotato di un nuovo sistema di ricarica wireless fornito da Qualcomm.
Tutto ciò dimostra l’utilità delle competizioni motoristiche, in cui vengono sviluppate/perfezionate soluzioni e tecnologie per poi essere trapiantate nelle vetture che guidiamo tutti i giorni, basti pensare al kers, all’ABS, ai telai monoscocca in carbonio e molto altro. La società di San Diego, nonché socio fondatore della Formula E, è al lavoro dal 2012 per studiare e perfezionare il sistema Qualcomm Halo™ Wireless Electric Vehicle Charging (WEVC).
Come funziona
In pratica tramite l’Halo sarà possibile ricaricare un’auto elettrica senza fili semplicemente parcheggiandola su un base pad. Dopodiché il pad posto sul fondo della vettura riceverà energia tramite induzione magnetica risonante a 3,7 kW, 7,4 kW, 11 kW, o 22 kW per ricaricare le batterie, con un’efficienza di trasferimento superiore al 90%. Inoltre il tutto è a prova di pioggia e qualsiasi altro agente atmosferico, togliendo il disturbo di manovrare cavi elettrici sotto un possibile acquazzone. Nel caso della Safety Car testata a Roma, sarà possibile un impiego molto più rapido in caso di bisogno, senza la preoccupazione di staccare e riattaccare cavi alla partenza ed al ritorno.
L’Halo è stato studiato per essere posto anche sotto al manto stradale (invisibile dunque) e per essere usato con vetture di tipologie differenti, dalle sportive, più vicine al suolo, ai più grandi SUV con una maggiore altezza da terra. Qualcomm ha anche pensato alla sicurezza, soprattutto per l’esposizione ai campi elettromagnetici inserendo vari sensori che temporaneamente disattivano il trasferimento di energia o riducono il campo magnetico per riportarlo ai «limiti di esposizione» consentiti. Il sistema è chiamato FOD (Foreign Object Detection) e scansiona lo spazio circostante alla ricerca di oggetti o cose che potrebbero diventare pericolose se esposte a campi elettromagnetici. L’altro sistema è invece denominato LOD (Livign Object Detection) che rileva la presenza di umani o animali nei dintorni del base pad, come ad esempio un bambino che recupera una palla finita sotto una vettura.
Quanto costerà?
Abbiamo chiesto a Graeme Davison, vice-Presidente di Qualcomm Technology, quanto l’utente finale dovrà sborsare per avere l’Halo montato e funzionante in garage. Ci è stato detto che la società non ha in progetto di vendere direttamente il prodotto, bensì saranno le stesse Case automobilistiche a venderlo come optional o in abbinamento alle proprie vetture.
Ricarica in movimento
Ora Qualcomm sta portando l’Halo ad uno step ulteriore, la ricarica in movimento… Per studiare e perfezionare l’Halo DEVC (Dynamic Electric Vehicle Charging) è già stato costruito un tracciato rettilineo di 100 metri a Versailles con questa tecnologia. I test, condotti con un Renault Kangoo EVs, hanno già stabilito che è possibile ricaricare 2 auto contemporaneamente a velocità autostradali con una potenza di 20 kW. La tecnologia è ancora allo stato embrionale ma una cosa è certa oramai, l’elettrico è il futuro dell’automotive.
[ Gianni Heidelberg ]