Parte tra poche ore parte la corsa offroad per eccellenza che in questa edizione 2019 si corre tutta in Perù, 5.000 km dei quali oltre 3.000 su sabbia. Potrebbe essere un terreno ideale per i buggies e considerando l’assenza delle Peugeot 3008 DKR ufficiali, essere la volta buona almeno per una fra le tre Mini John Cooper Works Buggies del team X-Raid equipaggiate con un 6 cilindri in linea da 3 litri single turbo per 350 cv; attenzione però alle tre Hilux del team Toyota Gazoo Racing con il V8 aspirato da 5 litri
È logico che alla vigilia di una corsa così importante alcuni piloti dichiarino di puntare alla vittoria, soprattutto quelli del team x-Raid al volante delle 3 Mini John Cooper Works Buggy che conti alla mano sono i più favoriti essendo saliti per molte volte sul podio di questa massacrante corsa, primo fra tutti Stéphane Peterhansel, che ha vinto la Dakar per ben 13 volte e lo spagnolo Carlos Sainz; quest’ultimo ne ha vinte 2, la prima volta nel 2010 con la VW RaceTouareg 2 e l’ultima, nel 2018, con la Peugeot 3008 DKR Maxi, ma anche conquistando un 3° posto nel 2011 oltre ad aver vinto 2 volte il Mondiale WRC nel 1990 e 1992 con la Toyota Celica.
Più cauto Cyril Despres, che pur avendo vinto la Dakar per 5 volte (2005, ’07, ’10, ’12, ’13) con una moto KTM, ha avuto meno fortuna con le auto pur avendo contribuito con il suo 3° posto alla tripletta Peugeot con la 3008 DKR nel 2017. Pur riconoscendo il tanto lavoro fatto dal team x-Raid per migliorare la Mini Buggy, di fatto la vettura è ancora nel suo stadio iniziale e potrebbe avere ancora problemi di affidabilità, opinione peraltro condivisa anche da Sainz che da giugno scorso ne ha seguito lo sviluppo e le migliorie, dopo la deludente prestazione alla Dakar 2018, dove solo una è arrivata al traguardo (19° posto a ben 16 ore dalla 3008 DKR di Sainz), mentre le altre due sono state costrette al ritiro.
Tanto per «pararsi il c…. » il team x-Raid schiera anche 5 ben collaudate Mini All4 pilotate da Jakub «Kuba» Przygonski , Orlando Terranova, «Nani» Roma, Yazeed Al-Rajhi e Boris Garafulic. È evidente che per il boss di x-Raid Sven Quandt, l’obiettivo è di vincere la Dakar ad ogni costo, o almeno rendere più difficile la corsa delle più dirette avversarie, cioè le Toyota Hilux del team Gazoo Racing.
È una battaglia fra titani
Il team sudafricano si presenta allo Start di Lima con 3 affidabilissime Hilux, affidate a Giniel de Villiers/Dirk von Zitzewitz, Nasser Al Attiyah/Mathieu Baumel e Bernard ten Brinke/Xavier Panseri. Le vetture sono praticamente le stesse dello scorso anno con il poderoso motore V8 aspirato da 5 litri montato in posizione centrale, ma con qualche cavallo in più e setup delle sospensioni migliorato per migliorare l’assetto su un terreno prevalentemente sabbioso.
Poi ci sono gli outsider, e non di poco conto, tra questi c’è Sebastien Loeb, il pilota con il maggior numero di vittorie nei rally, ben 79! Il «cannibale» non ha mai vinto la Dakar, però ha vinto per 9 volte consecutive il WRC (dal 2004 al 2011 con Citröen), detiene molti record nei maggiori rally mondiali e tanto per non farsi mancare nulla, nel 2013 ha conquistato anche il record alla Pikes Peak con la Peugeot 208 T16. Alla Dakar ha partecipato nel 2016 (9°), 2017 (2°) e 2018 (rit.) con una Peugeot 3008 DKR e quest’anno ci riprova (da privato ndr.) ancora con la stessa vettura, non più ufficiale, ma del team francese PH Sport. Riuscirà ad impensierire gli avversari?
La Dakar è una corsa imprevedibile e queste sono le anticipazioni della vigilia, solo quando la prima vettura taglierà il traguardo di Lima il prossimo 17 gennaio si potrà dire chi è il vincitore della Dakar 2019.
[ Paolo Pauletta ]