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Suzuki SV650X-TER: ritorno al futuro

La saga della Suzuki SV, con molte luci e poche ombre, si rinnova con successo; una creazione intelligente, mirata e, specie nell’allestimento «X», è offerta al prezzo giusto

Viene da chiederselo non appena ritirata la moto dalla concessionaria Suzuki: ma per parlare di una moto del genere bisognerà rifarsi alla prima metà degli anni sessanta, quando i giovani del movimento Rocker parcheggiavano le loro caffè racer, spogliate da inutili sovrastrutture e modificate sino al punto da assomigliare ad una moto da competizione, davanti ai club più in voga?

O forse sarà sufficiente rivivere il 1999, anno di lancio del portentoso bicilindrico a «V», di cubatura contenuta, che sfidava rivali con il doppio dei suoi pistoni e si cimentava senza problemi nelle giornate in pista?

O infine converrà concentrarsi sul presente, laddove una lettera specifica, la «X», identifica uno di quei mezzi validi in ogni occasione, che possono sempre vantare un asso nella manica per stupire positivamente ed emozionare il pilota con il loro animo «fun»?

La verità risiede in un sapiente cocktail di tre momenti storici diversi. La SV650X-TER del nostro test miscela sapientemente ingredienti di stagioni diverse del motociclismo, così da soddisfare palati differenti.

A guardarla, parcheggiata sul suo cavalletto laterale, con l’esile codino rivolto all’insù e una vita snella, che solo un bicilindrico può permettersi, sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un’opera meccanica moderna e sportiva.

La suggestione è ancor più forte nell’osservare lo splendido scarico (by Fresco) ed i collettori dotati di tela termica isolante nonché gli altri particolari che generalmente l’utente più sportivo acquista in after market.

Qui infatti, specchi minimalisti, frecce aggressive, porta targa risicatissimo, nonché particolari carbon look, sono già di serie. Compatta, moderna, completa e ben leggibile la strumentazione digitale, mentre il cupolino è tanto aggressivo quanto appena abbozzato.

Ciò che richiama invece il recente passato è un generoso faro tondo, retrò nelle forme ed evocativo dei primi modelli di questa fortunata serie.

A ricordarci però che la «SV» rimane un prodotto economico ci sono invece leve e blocchetti elettrici quanto mai tradizionali e la mancanza di un faro full-Led che a nostro avviso avrebbe potuto completare l’opera di modernizzazione di questa pietra miliare del relativo segmento.

Tecnica

La nostra media è equipaggiata con un bicilindrico a V di 90° di 645 cc in grado di erogare 76 cv a 8.600 giri/min. con una coppia di 64 Nm a 8.100 giri/min. omologato Euro4.  Il peso dichiarato è di 207 kg in ordine di marcia, un valore che seppur non contenutissimo non spaventa. All’anteriore troviamo una forcella tradizionale da 41 mm regolabile nel precarico molla, esattamente come il mono ammortizzatore posteriore.

Tradizionale anche l’impianto frenante con un doppio disco da 290 mm all’anteriore e 240 al posteriore dotato di ABS e munito di tubi in gomma. La capacità del serbatoio carburante è di 14,5 litri e la sella ha una altezza da terra di 790 mm. La gommatura di serie prevede delle Dunlop RoadSmart III nella tradizionale misura di 120/70 ZR 17″ all’anteriore, mentre per il posteriore si è optato per una relativamente snella 160/60 ZR 17″. Non sono previste mappature per variare l’erogazione, né il controllo della trazione.

 

I primi metri in sella, la città

Come spesso accade nei nostri test, le prime decine di km vengono svolte nelle condizioni meno piacevoli e più gravose, quelle che si riscontrano nel traffico metropolitano e qui il primo contatto con la SV è quanto mai positivo.

Stretta fra le gambe, non eccessivamente alta da terra, non certo pesante o mastodontica, questa media della Suzuki risulta abitabile e corposa, anche per chi ha misure abbondanti. Dai primi metri tutto risulta funzionale e a portata di mano, i comandi sono morbidi, l’assetto in sella discretamente attivo, e garantisce un buon controllo anche tra buche insidiose e spietata segnaletica orizzontale. E poi c’è il motore, un vecchio capolavoro che negli anni non ha fatto altro che affinare le sue doti.

Vivo e vibrante, questo bicilindrico risulta fluido già dai 2.000 giri, non uno strappo, non un rifiuto, il tutto accoppiato ad una frizione morbida e ad una frenata non eccessivamente aggressiva. Di fronte ad un bicilindrico è difficile parlare di un mezzo dall’erogazione elettrica, ma pur non rinunciando al carattere, nei primi 5.000 giri la nostra SV, si lascia condurre senza alcuno stress anche in città, risultando oltretutto maneggevole nello slalom da semaforo, facilitata, in questo senso, dalla sezione non eccessiva del pneumatico posteriore. Ciò che può disturbare è semmai lo scarso raggio di sterzo che, come già accennato nell’anteprima, è determinato dai semi-manubri montati sotto il cristo superiore, ma questo è un tributo alla sportività obbligato per una caffè racer e comunque l’assetto risulta caricato – ma senza esagerazioni – sull’avantreno.

La gita fuoriporta, le statali

È nella mattina della domenica, quelle rare domeniche di sole fuori stagione, che con una moto come la nostra SV ti vedresti proprio bene davanti ad un caffè con vista lago o a sorseggiare un bianco frizzante con la salsedine tra i capelli. Faremo entrambe le cose e le faremo bene, perché la nostra «racer» sa condurci con la giusta rapidità ed un moderato impegno al nostro appuntamento con lo splendore delle mete estive raggiunte fuori stagione.

Non importa se al momento di partire le strade sono ancora umide, le Dunlop RoadSmart III hanno un profilo rassicurante e tempi di warm-up piuttosto rapidi. La cosa che sin dall’inizio dà gusto è il sound della moto. L’accoppiata motore-scarico è davvero vincente, spingersi oltre i 5.000 giri vuol dire assorbire la suggestione di trovarsi alla guida di un mezzo ben più potente e sportivo.

Il motore prende giri con fluidità e carattere, le marce – dalla prima alla sesta – terminano subito e senza alcuno sforzo, con il bicilindrico che spinge bene e la lancetta del contagiri che lambisce con grinta quota… 10.000. Davvero niente male, ce n’è per emozionare il neofita e comunque è un bel caratterino anche per chi ha più esperienza.

Sulle statali, oltretutto, quello che in città era un limite risulta un vantaggio. Parliamo di quell’assetto carico sull’avantreno che ora ci appare foriero di sicurezza e stabilità. Ci rendiamo presto conto che la vivacità del motore ci condurrebbe ben volentieri a sfidare i limiti del codice della strada e quindi mettiamo immediatamente la testa a posto e ci godiamo le tante altre qualità che il mezzo sa offrire. Le vibrazioni non risultano mai fastidiose, anche quando si trotterella con il contagiri a metà scala.

La sella a cannoncini, specifica per questa versione, risulta comoda ma non eccessivamente cedevole e trattiene bene durante le accelerazioni. L’elasticità di marcia è notevole e la cavalleria adeguata ad ogni esigenza, perlomeno con il solo pilota a bordo. Il punto focale sembra proprio questo, la nostra compagna a due ruote è strutturata per una uscita in solitaria, al limite dotati di zaino con l’idea di trascorrere fuori il fine settimana. Il passeggero deve essere previsto solo per brevi tratti e se si cerca una compagna per il turismo si può pur sempre rimanere in famiglia e trovare lo stesso cuore ad alimentare la V-Strom 650.

Completano un quadro più che positivo di questa SV650X-TER una frenata sufficientemente pronta ma mai aggressiva ed una facilità nei cambi di direzione anche a velocità sostenute.

Accessori e prezzi

La SV650X-TER della nostra prova è già dotata di accessori che ne connotano fortemente il carattere, a ciò che c’è di serie si può aggiungere solo un carica batterie, un kit di primo soccorso e un lucchetto U-LOCK con logo della casa e, come per tutte le Suzuki, si può poi optare per vari pacchetti di «assistenza» compresa l’estensione della garanzia che raddoppia i due originari previsti dalla casa. Concorrenziale il prezzo di 7.399 euro IVA inclusa.

[ Alessio Alfano ]

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