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MotoGP: i primi test di Sepang dicono Ducati, ma non solo

Il circus del motomondiale torna in pista per sperimentare le novità studiate durante l’inverno. Torna a brillare la stella di Jorge Lorenzo, più indietro Marquez e le due Yamaha di Rossi e Vinales

I test che fanno da prologo alla stagione agonistica indicano relativamente poco perché servono ai team per sperimentare, sviluppare e scartare soluzioni studiate durante l’inverno e perché i piloti in pista cercano i limiti delle nuove moto più dei tempi assoluti. Ma sono importanti perché permettono agli ingegneri e ai meccanici di perfezionare settaggi e strategie, sbirciando quanto messo a punto dalle altre squadre, mentre i piloti riaccendono nuovi e vecchi confronti con se stessi e con gli avversari. Tutto ciò non sminuisce l’impresa di Jorge Lorenzo che fissa con la Ducati a 1’58″830 il nuovo record della pista di Sepang (nel 2015 Marc Marquez ha impiegato 37 millesimi in più) durante i tre giorni di test appena conclusi in Malesia, dimostrando che “la Ducati c’è”, come direbbe Guido Meda pensando al Mondiale che comincerà il 18 marzo in Qatar.

Il primato del maiorchino significa non solo che la Desmosedici GP18 è competitiva, ma che finalmente risulta fruibile da Lorenzo che per gran parte della passata stagione è stato a guardare i trionfi del compagno di squadra Andrea Dovizioso, quarto in questi giorni a Sepang con un ritardo di 0,339 millesimi.

Bene Honda, un po’ meno Yamaha

C’è anche la Honda, con Dani Pedrosa a catturare il secondo miglior tempo (1’59”009) sulla moto ufficiale e con Cal Crutchlow terzo su quella del team LCR Honda Castrol. Un po’ più indietro Marc Marquez che non va oltre l’ottavo tempo, staccato di 0,552 secondi da Lorenzo. Il Campione del Mondo in carica si è però concentrato più sullo sviluppo del motore e sul passo di gara, a scapito dei giri secchi.

Honda at EICMA 2017

Yamaha risponde all’appello, ma Maverick Vinales e Valentino Rossi lasciano Sepang senza grande euforia: lo spagnolo è settimo con un ritardo di 0,525 secondi, 0,035 in più per il pesarese al non posto. Il marchio del diapason ha registrato buoni tempi nella seconda giornata di test, ma nell’ultimo round non ha trovato il feeling con un asfalto più scivoloso, consolandosi con un miglioramento dei consumi con gli pneumatici usati rispetto al passato e soprattutto con la scelta ormai chiara dei piloti che preferiscono il telaio 2016 a quello dell’anno scorso.

I tifosi sono ora con il fiato sospeso visto che Rossi ha rimandato a dopo i test la firma sul nuovo contratto con Yamaha, al fianco di Vinales che ha già rinnovato fino al 2020.

Acuto di Suzuki e dei team satelliti

Bicchiere mezzo pieno per Suzuki: lo spagnolo Alex Rins è sesto in graduatoria, a poco più di cinque decimi dalla Ducati numero 99 di Lorenzo, mentre Andrea Iannone non va oltre il 13° tempo (+0,785 millesimi). Vanno forte i team «satelliti», soprattutto quelli con motore prodotto a Borgo Panigale. L’Alma Pramac Racing piazza Jack Miller al quinto posto (+0,516 millesimi) e Danilo Petrucci in 11° posizione, attardato di quasi 7 decimi rispetto al leader. Johann Zarco con la Monster Yamaha Tech 3 chiude la top10, staccato di 0,681 millesimi. I tifosi italiani trovano poi al 17° posto la EG 0.0 Marc VDS di Franco Morbidelli.

Appuntamento per tutti in Thailandia con la seconda sessione di test pre-campionato dal 16 al 18 febbraio sul circuito di Buriram, alla quale seguirà l’ultimo stage in Qatar dall’1 al 3 marzo sulla pista di Losail. Dopo due settimane si accende il primo semaforo verde della stagione, sempre in Qatar.

 [ Daniele Venturi ]

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