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PSA Groupe: dal Rallye di Monte Carlo 1956 a quello 2018

Allora come oggi la presenza della Casa del Double Chevron costituisce una presenza di altissimo livello

L’impiego in corsa delle ID e delle DS19 va ascritto all’iniziativa di alcuni piloti privati che portarono quella rivoluzionaria vettura nelle parti alte delle classifiche assolute aggiudicandosi altresì importanti vittorie di classe. La storia ebbe inizio con la partecipazione al Rallye di Monte Carlo del 1956 della DS 19 iscritta dall’equipaggio composto da Paul Coltelloni, Pierre Alexandre e Claude Desrosiers che alla fine della gara si aggiudicarono la categoria da 1,3 a 2 litri giungendo inoltre settima assoluta, ma ciò che fece parimenti notizia fu il fatto che tutte e sei le Citroën iscritte videro la bandiera a scacchi: una bella affermazione di marca!

Nel 1957 un’altra bella affermazione collettiva al Rikspo Kalen finlandese dove 3 Citroën monopolizzarono il podio ma la consacrazione definitiva arrivò il 25 gennaio 1959, quando l’equipaggio composto da Paul Coltelloni, Pierre Alexandre e Claude Desrosiers, a bordo della ID19 colore écaille blonde della moglie di Coltelloni (eh già: allora si vinceva anche così…) vinse il Rallye di Monte Carlo. La ID19 numero 176 si aggiudicò la corsa con 308 punti di penalità, staccando di 22 punti la Simca Aronde dell’equipaggio Thomas-Delliere. Coltelloni, pilota amatoriale, che nella vita si occupava di calzature e che ricevette la coppa direttamente dalla principessa Grace di Monaco, correva – come molti altri piloti francesi – per la scuderia P.I.F. (Paris-Île-de-France), diretta da René Cotton, a sua volta pilota in gare di durata e regolarità.

Quell’affermazione aprì le porte della Citroën a René Cotton che venne avvicinato da Jacques Wolgensinger, da poco alla guida del neonato settore Pubbliche Relazioni di Citroën, con una proposta di collaborazione: una proposta allettante poiché all’epoca i piloti di gare di regolarità, erano semplici dilettanti.

Il palmarès della DS intanto si arricchiva gara dopo gara grazie, in particolare in quelle caratterizzate da fondi difficili, resi tali da neve, ghiaccio, fango o pietraie, dove le caratteristiche del telaio e la trazione anteriore, permettevano ai piloti di trarre, anche su fango e ghiaccio, il massimo.

A dimostrazione della loro efficacia e robustezza, fra le vittorie di queste vetture figurano alcune tra le più massacranti corse mai disputate, come la Liegi-Sofia-Liegi, o i rally africani, come quello del Marocco, in cui pietraie taglienti di alternavano a impegnativi letti di fiumi, i cosiddetti, micidiali oued.

Le DS erano seguite oltre che dall’Ecurie Paris-Île-de-France, anche dai meccanici della filiale italiana, capitanati da Camillo Saini, al tempo capo dell’ufficio tecnico. Saini, che aveva lavorato a fianco dei progettisti della DS – Magés, Bertoni e Lefebvre – godeva infatti della massima considerazione da parte del Super Contrôle, il dipartimento che soprintendeva tutte le attività tecniche, incluse le competizioni.

Il clima di fiducia creatosi fra la Citroën e la scuderia di Cotton era tale che alla fine quest’ultima divenne la Squadra Corse ufficiale del Double Chevron. Quella trasformazione era figlia dell’evoluzione che il mondo delle competizioni stava subendo in funzione dell’importante quantità di denaro portata da sponsorizzazioni e pubblicità.

Fra denaro a disposizione ed evoluzioni regolamentari e tecniche, le auto da corsa erano sempre più lontane da quelle di serie, ciononostante nel 1966 ecco che, a sorpresa, Cotton piazzò la DS21 guidata da Pauli Toivonen al primo posto al Monte Carlo, affiancato da Lucette Pointer che si aggiudicò la Coppa delle Dame.

La vittoria, in un primo tempo, fu assegnata alle Mini della scuderia BMC che, però, furono squalificate a causa dei loro fari anteriori con lampade allo iodio. All’epoca, infatti, le auto che gareggiavano nella categoria Turismo di serie, dovevano essere strettamente… di serie. Come lo era la DS21 di Pauli Toivonen. La squalifica suscitò vespai a non finire, ma va comunque precisato che le lampade allo iodio costituivano per i piloti delle Mini impegnati nelle prove in notturna un vantaggio non indifferente.

Le Citroën al «Monte» 2018

Una prima tappa breve ma irta di difficoltà per le Citroën i cui equipaggi formati da Craig Breen – Scott Martin e Kris Meeke – Paul Nagle hanno raggiunto il parco assistenza di Gap rispettivamente al settimo e nono posto.

Nei soli 62,18 chilometri cronometrati (meno del 16% del percorso totale), disputati in notturna i due equipaggi hanno avuto grossi problemi di gomme poiché un primo tratto innevato di circa 3 chilometri anche in discesa, precedeva poi un fondo secco, come preavvisato dagli apripista.

Gli equipaggi di Citroën Total Abu Dhabi WRT hanno quindi scelto sei gomme slick Michelin a mescola super morbida (SS6) che in questo passaggio critico della PS hanno fatto perdere 24’’6 a Craig Breen, giunto quinto e 44’’7 a Kris Meeke, giunto decimo.

Il risultato parziale ha influenzato l’andamento della seconda PS tanto che Craig Breen, per le difficoltà nel raggiungere i suoi apripista, è passato in ritardo al punto di controllo ed è ripartito con pressioni degli pneumatici non perfette.

Le dichiarazioni

Pierre Budar, Direttore di Citroën Racing: “Non è l’avvio che immaginavamo, tanto più che avevamo optato per la scelta degli pneumatici giusta. Nella prima PS un passaggio difficile ci è costato più che ad altri, e questo ha costretto i nostri equipaggi a stare forzatamente sulla difensiva nelle fasi successive. Comunque le sensazioni dei piloti sul comportamento della C3 WRC sono positive, e speriamo di poterlo dimostrare nelle tre lunghe tappe che ci attendono“.

Kris Meeke: Sulla neve sono andato leggermente in sottosterzo, ho tirato il freno a mano e mi sono ritrovato in testacoda in mezzo alla strada. In condizioni normali, fai un mezzo giro e riparti, ma ho preferito restare calmo e inserire la retromarcia per riportarmi nella direzione di marcia e…sono caduto in un fossato. È un errore stupido, molto frustrante. Anche il feeling nella speciale successiva non era ottimale. Ma il rally è ancora lungo“.

Craig Breen: “Nella prima speciale ci siamo bloccati nella banchina per una trentina di secondi, e abbiamo avuto bisogno degli spettatori per ripartire. Senza questo incidente avremmo potuto fare lo scratch. Nel tratto per la PS successiva poi abbiamo accumulato ritardo per recuperare le note dei nostri apripista e questo ci è costato dieci secondi di penalità. Anche la pressione degli pneumatici non era ottimale perché non c’era stato il tempo di regolarla. Non è l’avvio sperato ma sono molto soddisfatto del nostro ritmo nei momenti in cui tutto andava bene“.

[ Redazione testMotori360 ]

 

[ Classifica giorno 1 ]

  1. Ogier / Ingrassia (Ford Fiesta WRC) 38’09’’8
  2. Mikkelsen / Jaeger (Hyundai i20 WRC) + 17’’3
  3. Sordo / Del Barrio (Hyundai i20 WRC) + 25’’6
  4. Lappi / Ferm (Toyota Yaris WRC) + 37’’4
  5. Tänak / Jarveoja (Toyota Yaris WRC) + 42’’4
  6. Latvala / Anttila (Toyota Yaris WRC) + 55’’4
  7. Breen / Martin (Citroën C3 WRC) + 1’02’’3
  8. Bouffier/Panseri (Ford Fiesta WRC) + 1’51’’0
  9. Meeke / Nagle (Citroën C3 WRC) + 2’12’’7
  10. Camilli-Veillas (Ford Fiesta R5) + 2’42’’2
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