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Renault Mégane Grand Coupé: eleganza sportiva, a quattro porte

Lanciata questa primavera, la quarta edizione del fortunato modello francese è l’ideale anello di congiunzione tra il comfort e la sportività, fondendo le linee tese in un abitacolo ampio ed elegante. Abbiamo provato la dCi Intens EDC col motore 1.5 da 110 cavalli e cambio automatico

Con la presentazione della Grand Coupé a quattro porte, la gamma della Renault Mégane si arricchisce con un’offerta completa delle versioni di più largo impiego. Alla cinque porte e alla familiare si aggiunge, infatti, una berlina dalle linee slanciate ed eleganti, volutamente denominata Grand Coupé come a voler dissimulare il suo essere una berlina, quasi senza volerlo.

La Mégane Grand Coupé si inserisce, idealmente, tra la consorella a cinque porte, che «stacca» in lunghezza di 27 centimetri, e la Talisman, la grande berlina di rappresentanza della Casa di Billancourt, alla quale questa originale coupé a quattro porte si ispira nell’aspetto. Aspetto che riflette adeguatamente i valori di sostanza: chi in un’auto del segmento medio cerca, soprattutto, comodità e accoglienza, qui non rimarrà affatto deluso. Perché sarà pure una coupé a quattro porte, ma questa Mégane ha un’abitabilità che non sfigura affatto con quella delle migliori vetture del segmento D.

La Grand Coupé è disponibile in due livelli di allestimento (il basico «Zen» e il più esclusivo «Intens», oggetto della nostra prova) e tre motorizzazioni: una a benzina con il 1.2 TCe da 132 cavalli (e solo con il cambio robotizzato EDC a sette marce), e due a gasolio. Il 1.5 dCi da 110 cavalli (oggetto della nostra prova) e il più prestazionale 1.6 dCi da 130 cavalli, offerti entrambi con il cambio a sei marce, sia manuale che EDC.

Esterno

Il primo impatto con l’auto, osservandone le linee tese, è di quelli che non lasciano indifferenti. Il design è catturante, e si quasi l’impressione che l’occhio venga accompagnato lungo i gradevoli volumi esterni.

La lunghezza non indifferente (462 cm) è la stessa della versione familiare, ma il lavoro finemente elaborato nella definizione della coda rende l’insieme filante e piacevole. La Grand Coupé si basa sulla piattaforma CMF-C/D, quella dei modelli Renault alto di gamma (Espace e Talisman, per capirci): nasce per soddisfare le attese di chi cerca una berlina media, di impostazione tradizionale, e si rivolge a quei mercati – come quelli dell’Europa Orientale, e i paesi iberici – dove le tre volumi sono sempre andate per la maggiore. E grazie all’impiego del pianale destinato al segmento superiore, si è potuto dare alla nuova Mégane un passo di 2,71 metri una carreggiata di 1,57, l’uno e l’altra record di categoria: dimensioni che sono andate a tutto vantaggio dell’abitabilità interna in termini di comfort e, per quanto riguarda il carattere sportivo dell’auto, una notevole stabilità di marcia alle alte velocità.

Se comunque la rincorsa è verso la clientela attratta da una concezione di base classica, alla Grand Coupé non è precluso affatto l’avere un tono muscolare, quasi imponente, con i cerchioni di grandi dimensioni che ispirano fiducia e stabilità e quella linea posteriore così gradevole e armonica. Insomma, stando alle apparenze la Grand Coupé è una bella automobile, che si guarda con piacere. A partire dal frontale inconfondibile, con quella elegante calandra cromata sulla quale campeggia l’enorme stemma a losanga del marchio francese. Il tutto opportunamente circondato dai fari a Led che disegnano la caratteristica «C rovesciata»: è la firma delle Renault di ultima generazione, una trovata geniale che permette di riconoscerle anche al buio, semplicemente con un colpo d’occhio sul frontale.

Bella anche la fiancata, con una linea di cintura alta, «nervosa» ma non sopra le righe, che sembra scorrere via fino alla parte posteriore, scandita da un caratteristico taglio sportivo, come è giusto che sia quello di una coupé.

L’equilibrio estetico laterale deve molto anche alla proporzione «un terzo-due terzi» fra la superficie vetrata e la carrozzeria. Bello anche il tetto panoramico in vetro (di serie su tutti i modelli), che unisce senza soluzione di continuità il parabrezza al lunotto posteriore, donando all’abitacolo una luminosità difficilmente riscontrabile su berline della stessa categoria.

Interno

L’ampia apertura delle portiere ci facilita l’accesso al posto guida della Grand Coupé. Una volta seduti dietro al volante possiamo apprezzare, immediatamente, l’ottima posizione del sedile, perfettamente scolpito e contenitivo, in modo da avvolgersi al corpo del guidatore. Le vaste possibilità di regolazione dello sterzo fanno il resto.

La generosa vetratura, anteriormente e posteriormente, offre una visibilità notevole. Guardando invece all’interno, restiamo sorpresi favorevolmente dai materiali di qualità con cui sono realizzati la plancia e i rivestimenti dell’abitacolo.

La versione a nostra disposizione è la «Intens»: delle due, quella con l’allestimento più lussuoso e curato, e con numerosi accessori di serie (come riportato nel paragrafo finale).

La parte superiore della plancia, delle portiere e i braccioli sono rivestiti in un gradevole materiale schiumato, piacevole al tatto e che, assieme all’impugnatura del volante in pelle (sul quale sono razionalmente disposti i comandi dell’impianto audio e del cruise control), rafforza la qualità percepita dell’insieme, benché qualche dettaglio sia ancora perfettibile. Razionali e istintivi, i tasti per l’azionamento del tetto apribile.

Numerosi gli spazi per alloggiare chiavi, occhiali e altri piccoli oggetti, un po’ arretrati i comandi degli alzacristalli, posti sulla portiera. Atmosfera elegante ma sobria, finiture solide e spesso «alla tedesca»; benché l’auto sia bassa (148 centimetri di altezza), il posto guida non è infossato. Mancano purtroppo le maniglie di supporto superiore, utili soprattutto agli occupanti meno agili per alzarsi dal sedile.

La consolle centrale inferiore, posta tra i sedili, raccorda gli interruttori del freno a mano elettronico e dei comandi delle impostazioni del Multisense (che consente di personalizzare l’esperienza di guida in cinque diverse modalità), queste ultime replicate anche sul tablet verticale da 8,7 pollici, che spicca al centro della plancia e che permette di gestire tutto il sistema di infotainment dell’auto.

Come va su strada

Il modello della nostra prova grigio platino è a gasolio: e all’allestimento più elevato «Intens» abbina la motorizzazione minore, con il cambio robotizzato a doppia frizione EDC, da qualche anno il collaudatissimo 1.461 cc di Renault – qui declinato nella potenza di 110 cavalli, erogati a 4.000 giri/min – è montato anche su un gran numero di vetture del Gruppo francese (inclusa Dacia), e su diversi modelli Mercedes, Nissan e Infiniti.

Premendo il tasto di avviamento (la Grand Coupé Intens ha il sistema Keyless, e si apre riconoscendo il guidatore quando si avvicina) il diesel mostra vibrazioni minime, elevato isolamento acustico e prontezza di riflessi.

Facciamo scivolare la leva in Drive e, mantenendoci poco al di sotto dei 2.500 giri, lasciamo fare al cambio il compito di inserire i sei rapporti. Le marce scattano una dopo l’altra, e il ritmo è già abbastanza vivace. Ma qualche volta, in rilascio o, anche, quando si è costretti a premere il gas con una certa prontezza, l’EDC diventa un po’ brusco, e si vorrebbe una maggiore rapidità di intervento. In ogni caso, complice la buona elasticità del propulsore, l’EDC si mostra validissimo nella maggior parte delle situazioni, riducendo la fatica del guidatore e favorendo la concentrazione sulla strada.

Se serve chiedere qualcosa in più, si deve intervenire sul selettore manuale (non ci sono i paddle) spostando la leva a sinistra, e azionandola in modalità sequenziale. Si spinge in avanti per scalare, indietro per passare alla marcia successiva.

Utilissima la telecamera sul retro (solo quando si fa manovra, ci si rende conto che, tutto sommato, la coda ha delle dimensioni ragguardevoli), piacevole lo sterzo, diretto e preciso e dal comportamento variabile a seconda della modalità adottata (come spieghiamo più avanti).

Buona la gommatura da 18 pollici, anche se le sconnesse strade di Roma fanno pagare pegno al comfort di marcia, dando voce a qualche vibrazione di troppo proveniente dalla parte del tetto, mentre l’assetto si mantiene sempre costante, senza mai essere cedevole in curva.

Multisense: i mille volti della stessa auto

Il programma «Multisense», in dotazione al modello da noi provato, permette di personalizzare l’auto a seconda delle esigenze del guidatore. Le diverse modalità di guida Neutral, Eco, Comfort, e Sport mutano infatti l’anima della vettura. E lo fanno intervenendo non sulle prestazioni, ma sul comportamento dell’acceleratore, del carico e della precisione dello sterzo, la taratura del cambio automatico e, addirittura, la potenza del climatizzatore e la funzione di massaggio del sedile di guida.

Nella modalità di guida «Comfort», per esempio, lo sterzo è morbido il cambio è propenso a cambiare rapporto ai bassi regimi, e la risposta al pedale del gas è l’opposto di un fulmine di guerra. Azionando invece (sia dal tasto sulla console inferiore, dietro alla leva del cambio, che dal tablet) la modalità «Eco», la strumentazione indica il livello di virtuosità nella guida: il rispetto assoluto dell’ambiente diventa la priorità assoluta, il contagiri sparisce e, al suo posto, c’è un indicatore grafico che spiega come consumare il meno possibile.

Contrappunto totale, invece, la «cattivissima» modalità «Sport»: in questo caso la strumentazione diventa rossa, lo sterzo è più reattivo e immediato e il cambio, per dare una risposta pronta, mantiene allegri i giri del motore.

Conclude la rassegna la modalità «Perso», ovvero «personalizzata», che permette di impostare ogni singolo parametro secondo i propri desideri e le esigenze. Se quindi si vuole uno sterzo preciso, ma al tempo stesso si preferisce che il motore sia il più possibile impostato verso la massimizzazione del risparmio (o si vuole un’auto scattante e briosa, ma con lo sterzo leggerissimo come un’americana Anni ’50), è possibile regolare su misura le varie tarature, come se si confezionasse un vestito su misura. Gli effetti della regolazione non ricadono, comunque, solo sul funzionamento degli apparati, ma anche sull’illuminazione interna, che assume dominanti cromatiche del tutto congruenti alle caratteristiche delle modalità adottate.

Chiarito questo non facile – ma affascinante – passaggio sul funzionamento del sistema Multisense, due parole sul comportamento dell’auto. Che è ovviamente più pronta e divertente in modalità «Sport», con lo sterzo più pesante ma con una ricaduta a lungo termine sui consumi, comunque più che contenuti.

Le prestazioni, che in ogni caso sono buone, vanno tuttavia valutate in ragione dei 110 cavalli a disposizione, che permettono un certo scatto anche a pieno carico, e una ripresa più che onorevole, anche in ambito autostradale.

Buone note per quanto riguarda i consumi: il contesto del viaggio è quello dove la berlina sportiva d’Oltralpe da il meglio di sé, confortando il guidatore con la tangibile sensazione di solidità che trasmette. Abbiamo riscontrato, nei nostri percorsi di prova consueta attorno Roma (statali dei Castelli Romani, Grande Raccordo Anulare e un breve tratto di autostrada A1), una percorrenza media di 18 chilometri con un litro. Un ottimo risultato che può migliorare ancora, superando la soglia psicologica dei venti con un litro, se si utilizzano solo strade di scorrimento senza tratti montani, e cui fa riscontro le percorrenze riscontrate nel traffico cittadino più intenso, dove non siamo mai scesi sotto i 13/14 km con un litro.

Le dotazioni e i prezzi

Il listino della Mégane Grand Coupé parte da 23.550,00 euro nella versione Zen dCi 110 cavalli, e arriva fino ai 26.500,00 per la Intens 1.6 dCi. L’esemplare da noi provato (Intens dCi 110 cavalli, con cambio EDC), posto a un prezzo di partenza 26.850,00 euro, aveva di serie i cerchi di lega da 18 pollici diamantati, il climatizzatore automatico bi-zona, il dispositivo Easy Access System II, i fari fendinebbia, il sistema R Link con schermo da 8,7 pollici, il Renault Multi-Sense con Ambient Lightning, i retrovisori con sensore di temperatura ripiegabili elettronicamente, il riconoscimento della segnaletica stradale, la selleria mista in tessuto e velluto e i sensori di parcheggio posteriori.

La nostra Mégane era inoltre dotata di alcuni pacchetti di accessori, inerenti la sicurezza e le funzionalità, integranti la dotazione di serie: il «Life» (freno stazionamento elettronico, portabagagli con apertura «mani libere» e chiusura manuale), «Park» (sensore angolo morto ed Easy Park Assist) e «Easy Drive» (Cruise Control adattivo, allarme distanza di sicurezza e frenata di emergenza attiva). Il tutto, a un prezzo complessivo di 29.650,00 euro. Una cifra sicuramente impegnativa, ma senz’altro giustificata dal gran numero di contenuti di spessore, e tecnologicamente avanzati, che conferiscono a quest’auto un elevato controvalore nel tempo.

[ Alessandro Ferri ]

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