Grinta in abito da sera. Un nuovo colpo andato a segno per la Casa del Tridente. E le tedesche? I duellanti sono il fascino italiano da una parte, e il raziocinio teutonico dall’altra. E se a vincere fossero le emozioni?
Rimanerle indifferenti, è impossibile. Perché è un’auto che emoziona soltanto al vederla, semplicemente sentendola arrivare, o quando la mano ne accarezza la tappezzeria artigianale. E poi su strada, quando, con estrema generosità, regala sensazioni che solo una sportiva italiana, sia pure in abito da sera, può dare.
Questa, signori, è la Ghibli. Intendiamoci: non vogliamo denigrare le eccellenze tedesche, non ce ne sarebbe obiettivamente materia. Quel che qui si vuole invece evidenziare è la pura «capacità di emozionare».
Basta affiancare una qualsiasi berlina top tedesca alla Ghibli, per valutare quale delle due attiri istintivamente lo sguardo. Ecco, il messaggio è «tutto qui»: nel feeling che un’auto è in grado – più di un’altra – di instaurare sin dal primo sguardo.
Dopo il lavoro di consolidamento finanziario, di revisione del modello aziendale e di gruppo, e di revamping dei marchi attraverso la programmazione pluriennale dei nuovi modelli, il gruppo FCA torna ora a scoprire che l’auto, perlomeno un certo tipo di auto, mira dritta al cuore. È il caso della Ghibli e della sua vicinissima cugina Giulia: modelli che hanno nel mirino le premium tedesche e con le quali è sfida aperta. Una sfida affidata alle armi che ora vedremo.
Esterni e corpo vettura
La Ghibli è stata oggetto di una rivisitazione, che ha portato la versione 2016 negli show room del Tridente a metà dello scorso giugno. Non si sono comunque registrati interventi strutturali, su una scocca già frutto di una specifica progettazione basata su un ampio uso di leghe di alluminio e questo non per ragioni di economia industriale ma perché l’eccellenza già da prima raggiunta in termini di sicurezza (cfr. paragrafo seguente) è in grado di tutelare ampiamente gli occupanti del veicolo.
La nuova berlina top di gamma, che segna l’ingresso di Maserati nel segmento E del mercato, è un’auto imponente (4,97 m di lunghezza, 2,10 di larghezza, con specchi, e 1,46 di altezza con un passo di 2,99 me un peso a vuoto di 1.875 kg) che esprime fermezza grazie al suo design aggressivo, ma che al tempo stesso accentua la sensazione di trovarsi di fronte ad una massa inferiore a quel che realmente è. Merito dei designer, che hanno saputo fondere sportivamente curve e linee tese in maniera armonica, a partire dal bel frontale con calandra trapezoidale completato da gruppi ottici sottili ed affilati e dall’ampio cofano motore.
La fiancata evidenzia il passo lungo, l’alta linea di cintura, attenuata da tre nervature e dai tre piccoli sfoghi per l’aria, posti dietro al passaruota anteriore, e la ridotta area delle superfici vetrate.
La coda si caratterizza a sua volta per il limitato sbalzo del cofano posteriore rispetto all’abitacolo, con un leggero labbro superiore con funzione aerodinamica e dai doppi terminali di scarico. Ben curata l’aerodinamica: il Cx è di 0,31 ma, a onor del vero, c’è qualche altra berlina sportiva che ha raggiunto risultati migliori.
Ampia la gamma dei colori esterni (12 tinte): completamente rinnovata, comprende ora anche 2 colorazioni perlate (Bianco Alpi e Rosso Energia) mentre un ruolo importante nell’estetica e nella tenuta dell’auto è giocato dall’altrettanto ampia possibilità di scelta fra i diversi cerchi in lega a disposizione: dai 18” standard a dodici razze, ai cerchi optional da 19”, 20” e 21”, questi ultimi due, anche forgiati.
Sicurezza a 5 stelle
Come appena sottolineato la rivisitazione dello scorso giugno sulla versione 2016 non ha fatto registrare interventi strutturali visto che la Ghibli, già all’atto della presentazione (2013), si aggiudicò le 5 stelle Euro NCAP: con un punteggio di 86/100 e il Top Safety Pick negli USA.
La Maserati Ghibli è dotata di 7 airbag, e di poggiatesta anteriori anti colpo di frusta, a protezione delle vertebre cervicali degli occupanti. Se l’auto è coinvolta in un tamponamento, i suoi poggiatesta attivi riducono automaticamente la distanza dalla testa del passeggero per evitare i colpi di frusta. All’interno del volante e della plancia sono alloggiati airbag a doppio stadio, per proteggere la testa di guidatore e passeggero in caso di impatti frontali. Un knee bag funge da protezione per le gambe del conducente, riducendo il carico sui femori in caso d’incidente. A proteggere torace e bacino di chi siede davanti, provvedono altri airbag alloggiati sotto il rivestimento in pelle del sedile.
Due airbag a tendina, che proteggono la testa degli occupanti anteriori e posteriori dagli impatti laterali, sono montati nel tetto dell’auto, in prossimità del montante centrale. Le cinture di sicurezza anteriori a tre punti – provviste degli opportuni regolatori in altezza – sono infine dotate di pretensionatori pirotecnici con limitatore di carico, che intervengono in caso di collisione per trattenere i passeggeri impedendo o minimizzando le lesioni.
A rendere elevatissimo il livello di sicurezza della Ghibli, concorrono altri dispositivi avanzati, come il TPMS che monitora in continuo la pressione degli pneumatici, con un sensore montato come parte della valvola all’interno del cerchio. La pressione è visualizzata sul display del cruscotto: e il sistema, in caso di foratura o variazioni di pressione, avverte il guidatore mediante segnalazioni acustiche e visive.
L’Automatic Frontlighting System (AFS) regola attivamente la profondità del fascio luminoso, per unire un’ottima visibilità della strada e il minimo abbagliamento del traffico in senso contrario. Ogni gruppo ottico include luci diurne a Led (posizione, direzione e un riflettore laterale), dal design leggero che permette un’immediata riconoscibilità sia di giorno sia di notte.
Meccanica
L’attuale versione monta una gamma di propulsori, tutti Euro6, che garantiscono un’ulteriore riduzione dei consumi di carburante e una maggiore sostenibilità complessiva. Le due versioni del V6 turbodiesel sono sostanzialmente identiche, ma erogano 250 cavalli per la versione italiana, depotenziata per non essere colpita dal superbollo. Una tassazione aggiuntiva che, è bene ricordarlo, ha danneggiato prima di tutto lo stesso fisco. Per i non italiani, soggetti in quanto tali a regimi fiscali più favorevoli, è disponibile anche la versione da 275 cavalli, in ogni caso venduta anche in Italia.
Le prestazioni delle due versioni del V6 turbodiesel di 2.987 cc sono, potenza a parte, del tutto simili: la 275 cv eroga la coppia di 570 Nm tra i 2.000 ed i 2.600 giri (600 Nm in overboost), e la velocità massima è di 250 km/h di velocità massima. Ci vogliono 6,3 secondi per andare da 0 a 100 km/h; la versione mortificata dal nostro fisco tocca comunque i 240 km/h, e accelera da 0 a 100 km/h in 6,7”. Interessante anche il dato dichiarato di consumo, 5,9 l/100 nel ciclo combinato, con emissioni contenute a 158 g/km di CO2.
Tutte le Ghibli montano di serie lo Start&Stop (permette la riduzione fino al 6% di consumi ed emissioni) disattivabile, e il cambio automatico ZF a 8 marce, il cui software auto-adattivo adegua il tipo di cambiata allo stile di guida ed alle condizioni della strada, con 5 logiche di funzionamento: Auto Normal, Auto Sport, Manual Normal, Manual Sport e I.C.E. (Increased Control and Efficiency). Di serie anche il differenziale posteriore a slittamento limitato meccanico (bloccato sotto carico al 35%, e al 45% in rilascio), opzionali invece le sospensioni a controllo elettronico Skyhook con doppio setup, Comfort e Sport. All’anteriore l’architettura delle sospensioni è a quadrilatero, con doppi bracci oscillanti in alluminio in posizione rialzata, mentre al posteriore è adottato un sistema multilink a cinque bracci: il risultato è quindi la massima precisione all’anteriore, e soluzione di compromesso fra comfort e prestazioni dietro. Trattamento differenziato fra versioni diesel e benzina per quanto attiene ai freni Brembo con dischi dual-cast: le 2 Ghibli Diesel (come la meno potente delle Ghibli benzina) montano dischi da 345x28mm all’anteriore e 320×22 millimetri al posteriore con pinze fisse a quattro pistoncini mentre le Ghibli S e S Q4 sono dotate di dischi da 360x32mm con pinze fisse a sei pistoncini anteriori e pinze a quattro pistoncini al posteriore.
Tornando al cambio, vale sottolineare come il setup Sport e la modalità ICE influiscano il primo sui parametri di gestione di motore, cambio e handling, e azionino l’apertura dei due attuatori sonori, posti in prossimità dei terminali, e dei flap di scarico (con risultati sorprendentemente piacevoli anche per il propulsore a gasolio). La modalità ICE addolcisce l’erogazione della potenza e, di conseguenza, incide positivamente su consumi (meno di 6 litri/100 km), emissioni (158 g/km nel ciclo combinato) e rumore allo scarico.
Infine il servosterzo idraulico: varia la sua resistenza in funzione della velocità dell’auto: è leggero in manovra e gradualmente più corposo e diretto in funzione dell’aumento dell’andatura, così da consentire un maggior controllo dell’auto alle alte velocità.
Interni
Con la versione 2016 Ghibli riduce il gap in termini di dotazioni mostrato all’esordio rispetto alla sua diretta concorrenza: il merito è del chip Apple, integrato nell’MTC (Maserati Touch Control), e della connessione ai dispositivi iOS con la funzionalità di «assistente personale» Siri.
Aumenta, infine, la possibilità di personalizzazione degli interni, grazie alla vasta scelta di legno, fibra di carbonio, pelle, fino agli inserti in 100% seta firmata Ermenegildo Zegna (per sedili, pannelli porta, cielo e alette parasole), disponibile in 3 differenti abbinamenti cromatici tutti afferenti al pacchetto per l’abitacolo Zegna Edition. Arrivano anche – a richiesta – il sistema Blind Spot Alert, che avverte di eventuali veicoli nell’angolo cieco durante il sorpasso, la funzione Rear Cross Path e il Power Boot ed il dispositivo di apertura/chiusura elettrica del baule con modalità «senza mani», senza dimenticare gli efficienti impianti audio ad alta definizione Harman Kardon a 10 altoparlanti e 900 watt o il potentissimo Bowers&Wilkins Premium Surround Sound da 1.280 watt, dotato di 15 altoparlanti, e il WLAN, efficiente hotspot Wi-Fi.
La plancia avvolge i passeggeri anteriori con due selle che convergono al centro, caratterizzato come sempre dal tradizionale orologio analogico ovale Maserati e dal grande display da 8,4” del Maserati Touch Control, a sua volta racchiuso in una cornice che ricorda – a rovescio – la calandra della Ghibli. Grazie all’imponente passo, l’abitacolo della Ghibli è tra i più spaziosi del suo segmento e si distingue per la cura posta nella realizzazione dei sedili leggermente avvolgenti, con ottimo sostegno laterale, e con il Tridente goffrato sui poggiatesta (a richiesta anche ricamato), i cui rivestimenti in pelle (morbida e gradevole al tatto) e cuciti artigianalmente, sono estendibili anche alla plancia e ai pannelli delle portiere, anche in abbinamenti bicolore in base ai gusti del cliente.
Lo spazioso divano posteriore può accogliere fino a tre passeggeri (comodamente seduti se di statura media alta), ma la presenza del tunnel centrale si fa un po’ sentire. Se gli occupanti sono due, si può estrarre il bracciolo centrale ripiegabile, con due porta-bicchieri e vano portaoggetti, a richiesta inclusivo di una presa 12V e di una USB per la ricarica dei dispositivi mobili. Molto pratica anche la possibilità di aumentare la capacità di carico del vano bagagli (500 litri) abbattendo parzialmente o completamente (60/40) lo schienale del divano. Per quanto sia più istintivo immaginare la gradita presenza di qualche cassetta di pregiati vini (italiani in primis, se non vi dispiace), piuttosto che di qualche ingombrante elettrodomestico…
Su strada
Ci mettiamo al volante della Ghibli. E mentre la confortevolissima, anatomica poltrona ci fa trovare la posizione ottimale di guida grazie alle regolazioni elettriche, viene spontaneo chiedersi – quasi fossimo diventati gli uomini del marketing della Maserati – quale sarà il tipo di cliente che, nella maggiore parte dei casi, deciderà con la Ghibli di dare qualità alla sua quotidianità. Sarà senza dubbio una persona che grazie all’auto (e al modo con cui la guiderà), vorrà trasmettere un’immagine, sobria ma intensa, discreta ma all’occorrenza grintosa. Identità che corrisponde perfettamente alla personalità Ghibli.
Una volta in movimento ogni considerazione di marketing sparisce alle nostre spalle e si comincia invece a pensare che, per le dimensioni e la massa, non è possibile includere la Ghibli tra le protagoniste del misto stretto. Ed invece – non appena liberi dal traffico urbano – la smentita è immediata, grazie ad un inserimento in curva, una tenuta in traiettoria e a un’uscita controllata sorprendenti anche alla nostra andatura, piuttosto sostenuta…
Il merito, in entrata di curva, è tutto delle caratteristiche di telaio, sterzo, e del sofisticato sistema di sospensioni e gommatura e, ovviamente dell’efficacia dell’impianto frenante (a 100 km/h lo spazio di arresto è di soli 36 metri). Ai meccanismi attivi si aggiunge, nella percorrenza del tratto intermedio, la rigidità della scocca e la perfetta ripartizione 51/49 del peso mentre in uscita, sotto accelerazione, i ringraziamenti vanno alla coppia motrice, all’efficacia dell’autobloccante ed al sofisticato ed efficace sistema di sospensioni.
Lo sterzo è preciso e senza compromessi: trasmette la giusta sensazione di controllo e piazza la Ghibli esattamente dove la vogliamo, anche a velocità molto elevate. Mentre il motore diesel, coadiuvato dall’ottimo cambio automatico ZF a 8 marce, svolge bene il suo ruolo proiettando l’auto fuori di curva grazie alla coppia bassa con un rumore (miracoli degli attuatori) più da V8 benzina che da V6 a gasolio… Aggiungiamo a tal proposito che, in questa versione 2016 Euro6, il propulsore beneficia della tecnologia AdBlue, con serbatoio specifico per l’aggiunta dell’urea.
L’allungo della Ghibli è limitato dal basso numero di giri raggiungibile (4.000-4.200 giri/minuto) ma, in questo caso, è aiutato dall’alto numero dei rapporti al cambio (ben 8!) e dalla sua notevole elasticità. Con un pieno di 70 litri, massima capienza del serbatoio, siamo riusciti, con qualche accortezza e in un percorso prevalentemente autostradale ma che ha riguardato anche statali e tratti cittadini, a percorrere 1.098 chilometri senza effettuare rifornimenti intermedi.
Chi guida Maserati conosce da tempo i vantaggi dell’MSP (Maserati Stability Program), ulteriormente perfezionato per la Ghibli, che si avvale di numerosi sensori per stabilire quando è necessario intervenire a supporto del guidatore. L’MSP aggiunge sicurezza alla stabilità intrinseca della scocca della Ghibli: misura e confronta costantemente handling e grip, e coordina numerosi sistemi di gestione della sicurezza e delle prestazioni, per mantenere la maneggevolezza della vettura aderente al suo punto ideale senza togliere piacere alcuno alla guida. Il programma interviene soprattutto su motore e freni. In caso di slittamento, l’MSP riduce la coppia del motore e può azionare i freni con interventi estremamente precisi. Entro pochi millisecondi, quando occorre, viene ripristinata la stabilità.
Gli altri sistemi chiave dell’MSP includono: ABS, EBD, ASR, MSR (impedisce alle ruote motrici di bloccarsi durante le scalate in condizioni di scarsa aderenza) BAS (Brake Apply Sensor) e Hill Holder (antiarretramento in salita). È la parata finale di dispositivi che confermano come la Ghibli sia una promessa mantenuta: l’auto ideale per chi vuole coniugare eleganza e sportività a consumi relativamente bassi e ad un prezzo, a parità di contenuti, allineato alla concorrenza diretta.
[ Tony Colomba ]