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Renault Captur 1.5 dCi Energy: test drive

Il piccolo SUV francese ha una linea accattivante, un ottimo rapporto tra dimensioni esterne e spazio interno e può contare su utility all’avanguardia come l’R-Link

 

Capita al momento giusto questa accattivante e innovativa Renault Captur, proprio quando il mercato degli Sport Utility compatti inizia a crescere e l’offerta non è ancora al completo. Le concorrenti, oltre alla “pioneristica” Nissan Juke, sono per il momento Opel Mokka e Peugeot 2008, in attesa della Ford Eco Boost.

Si fa notare

Basata sul pianale della Clio, la Captur è lunga 412 cm, larga 178 e alta 157, dimensioni a metà strada tra una vettura di segmento B (come appunto la Clio) e una di segmento C (ad esempio la Mégane), ma l’impressione visiva è quella di un’auto di “presenza”. E si fa notare eccome questa francesina! Il nostro esemplare, poi, spiccava per la doppia colorazione a contrasto (di serie): carrozzeria nera, tetto e montanti color crema; stessa tinta quest’ultima, utilizzata anche per le cornici dei fendinebbia e per la modanatura nella parte inferiore della fiancata, mentre i cerchi in lega da 17 pollici sono in nero lucido. 

Cockpit hi-tech

All’interno si apprezza l’andamento lineare della plancia, caratterizzata da una consolle centrale in plastica lucida nella quale trovano posto i comandi della climatizzazione e l’eccellente sistema di infotainment R-Link, di cui parleremo in seguito. Davanti la leva del cambio c’è la fessura per inserire la scheda (che funge da chiave d’avviamento) e accanto il pulsante di accensione, mentre poco più sotto gli ingressi per l’USB, Aux e la presa di corrente. Semplice e funzionale la strumentazione, con la “chicca” della barra colorata che passa da verde ad arancione a seconda dello stile di guida.

Ti da i voti!

E a proposito di “stile di guida”, una delle particolarità dell’R-Link è quella di valutare la condotta al volante assegnando un punteggio a seconda di quanto si è stati parsimoniosi durante il viaggio. Altra finezza è la schermata nella quale è possibile visualizzare la qualità dell’aria negli ultimi minuti. Ma questo raffinato sistema multimediale è anche navigatore, radio MP3 e schermo collegato alla telecamera posteriore che si attiva appena si ingrana la retro. Ed è di serie sulla versione top di gamma “Energy”, così come il clima automatico, il cruise control, il sensore luci e l’assistente alle partenze in salita.

Lampo… di genio

Concludendo “l’ispezione” degli interni, si nota come i francesi col passare degli anni non abbiano smesso di essere creativi e al tempo stesso funzionali. Due esempi su tutti: il vano portaoggetti che si apre a scorrimento ed è grande quanto il cassetto di una credenza (ben 11 litri) e il rivestimento dei sedili Zip collection che si può togliere, lavare e sostituire. Per il resto, la già buona abitabilità posteriore può essere ulteriormente aumentata facendo scorrere il divano all’indietro, mentre con l’operazione inversa il vano si amplia fino a 380 litri e, abbattendo i sedili, si arriva a quasi 1.240.

Molto parsimoniosa

La nostra Captur montava il 1.5 dCi da 90 cavalli, non un fulmine di guerra, come testimoniano le prestazioni (171 km/h di velocità massima e 13,1 secondi nello scatto da 0 a 100 km/h) ma quanto a consumi non è secondo a nessuno, con una media dichiarata di 3,6 litri per 100 km, avvicinabile nelle condizioni di guida reale a patto di mantenere un’andatura fluida, sfruttando i 220 Nm di coppia che si rendono disponibili già da 1.750 giri. Ci sarebbero stati bene, dunque, una ventina di cavalli in più, anche perché le doti del telaio e la prontezza dello sterzo, invogliano ad una guida brillante.

È concepita per l’asfalto

Il suo lato “Off-road” è più nell’aspetto che nella meccanica: la Captur è una trazione anteriore con all’avantreno sospensioni McPherson e al retrotreno un assale torcente. Una ciclistica perfetta per le strade di tutti i giorni, che unita ad una altezza da terra di 20 cm (8 più della Clio), consente al piccolo crossover di affrontare sterrati e superare piccoli ostacoli in tutta tranquillità. Sull’asfalto, invece, da il meglio di se, garantendo una notevole stabilità anche nei cambi di direzione più repentini ed un appoggio in curva che – fatto salvo un lieve rollio – si mantiene saldo anche alle alte velocità.

Parte da meno di 16mila euro

Per chi si vuole divertire c’è sempre la versione 1.2 TCe EDC da 120 cv che costa 450 euro più della “nostra” 1.5 dCi Energy R-Link (20.550 contro 20.100 euro) e ha di serie anche il cambio sequenziale a sei rapporti, ma consuma un po’ di più ed è meno rivendibile. L’altro motore disponibile è il 900 TCe da 90 cv, che in versione Wave costa 15.950 euro. Un ultimo cenno alla sicurezza, garantita dalla presenza di serie di ABS, ESP, airbag frontali e laterali e certificata dal massimo punteggio (5 stelle) ottenuto nei test EuroNcap.

Valerio Maura

 

 

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